martedì 2 agosto 2011

Verifiche ai circoli privati

Falsi circoli sportivi

hanno evaso 2 milioni di tasse

Ventidue imprese si presentavano come enti no profit ma in realtà erano vere associazioni commerciali: smascherate dall'Agenzia delle Entrate scuole di danza e una palestra d'elite.
 

Enti no profit solo sulla carta. I controlli della Direzione provinciale I di Torino dell'Agenzia delle Entrate hanno scoperto 22 fra associazioni sportive, circoli culturali e bocciofile che occultavano in tutto o in parte il reddito da attività commerciale. Ora dovranno restituire al Fisco 1,8 milioni di imposte evase, oltre a sanzioni e interessi.
Al Fisco si presentavano come semplici bocciofile, ma promuovevano on line la loro attività offrendo "coupon" per cene a prezzi scontati, con tanto di descrizione dei menù. Stesso escamotage adottato anche da un club privato che in realtà era una palestra d'èlite dotata di sauna, bagno turco e vasca idromassaggio. I clienti avevano inoltre a disposizione personal trainer, lezioni di step, acquagym e tone up.
In altri casi sotto la "copertura" di una società sportiva dilettantistica operavano veri e propri maneggi e costose scuole di danza. Spesso dietro il paravento del no profit si celavano gruppi di interessi del tutto personali o familiari.
Associazioni totalmente prive di "reale vita associativa", dove le decisioni da anni erano prese sempre dalle stesse persone e senza che mai fosse stata convocata una assemblea. In altri casi, i legali rappresentanti delle associazioni avevano redditi irrisori a fronte di una consistente disponibilità di beni. Altro segno distintivo di evasione, i consumi di gas ed elettricità molto elevati rispetto ai volumi d'affari dichiarati.
E il web è stato fondamentale nelle verifiche: partendo dai dati presenti nell'anagrafe tributaria, è bastata una ricerca su internet per trovare pubblicità, recensioni e opinioni dei fruitori, da cui emergeva la natura commerciale delle presunte associazioni senza fini di lucro. La verifica sul posto dei funzionari dell'Agenzia delle Entrate ha fatto il resto.
"Si tratta di una strategia specifica per sanzionare i furbetti del no profit - così commenta l'operazione il Direttore regionale delle Entrate del Piemonte, Rossella Orlandi - che, sfruttando la fiscalità di vantaggio degli enti non commerciali, fanno concorrenza sleale agli operatori economici regolari e creano un grave danno di immagine agli enti e associazioni che tanto fanno per il nostro tessuto sociale".Fonte La Repubblica.